L’uomo, l’economia e l’infinito
Pubblicato da Salvatore Guarnera il 12 Luglio 2012 –
Ho letto oggi questo articolo di Bernard Scholtz, Presidente della Compagnia delle Opere, dal titolo “L’uomo, l’economia e l’infinito”
In questo periodo particolarmente difficile per l’economia di tanti Paesi, sembra che il futuro sia limitato, chiuso, senza prospettive. Tante persone si rassegnano o cedono al cinismo. Tuttavia, proprio in un momento così particolare, è più che mai evidente come non sia possibile costruire giorno per giorno l’impresa, l’opera sociale e la propria professionalità se si teme di essere “schiacciati”, definiti totalmente dalle circostanze sfavorevoli. Per questa ragione dovrebbe destare una certa attesa il Meeting di Rimini di quest’anno, con un titolo che invita a riflettere su ciò che realmente determina il nostro decidere e il nostro agire: “La natura dell’uomo è rapporto con l’infinito”.
Non c’è dubbio che il desiderio dell’uomo aspiri all’infinito poiché nulla lo può definitivamente appagare e la sua ricerca continua di un “oltre” dal confine già conosciuto è un’energia che nasce dal cuore dell’uomo e muove la vita di ciascuno. La possibilità di vivere un rapporto con l’infinito è una sorgente di libertà e di creatività: una libertà che consente di utilizzare con vera dedizione e profonda gratitudine tutte le opportunità che la realtà intera offre all’uomo – dalle risorse della natura fino ai talenti individuali che ognuno ha ricevuto in dono – e una creatività che permette di affrontare con passione le sfide che la vita sociale ed economica ci pone davanti.
Anche se dal punto di vista mediatico questa possibilità suscita poco clamore, non relativizza affatto la portata dei frutti di un’esperienza umana che cerca di vivere “nel” mondo senza essere “del” mondo: una simile esperienza ha fatto accrescere la conoscenza in ogni campo del sapere, ha valorizzato la dignità di ogni persona e ha favorito un impegno comune per il miglioramento delle condizioni di vita che ha comportato uno sviluppo culturale ed economico senza paragoni nella storia. Come osserva Rodney Stark ne La vittoria della ragione, «il successo dell’Occidente, inclusa la nascita della scienza, si appoggiò interamente su fondamenta religiose e venne determinato da devoti cristiani». È un’affermazione che potrebbe apparire provocatoria, ma in realtà riassume adeguatamente la traiettoria della società occidentale.
Proprio in un momento come quello attuale la società occidentale avrebbe bisogno di riscoprire queste sue radici per costruire una socialità più umana e una economia veramente al servizio di tutti gli uomini. E questo è possibile in un dialogo che cerca di valorizzare il bene che ognuno può portare attraverso la sua esperienza e la sua conoscenza – così come avviene anno per anno al Meeting di Rimini.
Per questa ragione tante iniziative e incontri mirano a mostrare il nesso reale fra la posizione umana che ciascuno assume e la vita sociale ed economica nella quale agisce e sulla quale influisce. Chi sa di non dipendere totalmente dall’esito del suo impegno – e concepisce se stesso in rapporto con l’infinito – sarà anche più libero di prendere le decisioni più adeguate, sarà meno condizionato dalla paura o, viceversa, dalla superbia. Chi sa che ogni cosa, in fondo, è donata, sarà più portato ad attribuire al profitto il suo giusto senso – quello di strumento che non va assolutizzato, non di fine ultimo – ed esprimerà inevitabilmente una responsabilità che considera la propria opera un bene per tutti, “spaccando” il cerchio chiuso dell’individualismo, che si traveste da vera libertà ma, invece, ne costituisce la prigione più angusta. E chi è cosciente dell’Infinito come origine e scopo di ogni essere farà di tutto per tutelare la dignità di ogni persona e difenderà la natura e la bellezza come condizioni di una vita veramente umana.
via Social4Web – http://www.social4web.com/blogs – L’uomo, l’economia e l’infinito.