Sul senso delle cose
Pubblicato da l’1 giugno 2012.
Eccolo il senso.
Negli ultimi tre giorni non ho svolto il mio abituale lavoro. Da Milano una comunicazione è arrivata, asettica. Riporta un numero di telefono e degli indirizzi e-mail a cui possono rivolgersi i mutuatari terremotati. La prima telefonata che ho ricevuto dopo il terremoto del 29 maggio è stata anche quella che mi ha educato e mi ha dato la misura del dramma. Vincenza piange dall’altro capo, dice che è di San Felice sul Panaro, che ha un mutuo, che la sua casa non esiste più. Credo che il mio silenzio, subito, sia stato tragico quanto l’esistenza di quella donna. Ho riletto la comunicazione e me la sono immaginata Vincenza che di sicuro una raccomandata non la poteva fare, neppure poteva accedere a internet da una tendopoli, se già era tra i fortunati ospiti. Il silenzio è straordinario a volte, unico parlare necessario, dà il senso delle cose, e annuncia comunque la presenza di chi lo agisce. L’ho imparato. E lei, Vincenza, lo ha accolto. Piangeva e parlava, e solo una volta le ho fatto ripetere il suo numero per esser certa che potesse essere contattata. Ho inviato una mail al suo posto e non era da comunicazione, ma chissenefrega! Brutte notizie in risposta. La sua polizza sottoscritta col mutuo non prevede le catastrofi naturali. Già. Neanche Vincenza la prevedeva, la catastrofe, quando felice aveva acquistato casa. Forse nessuno la prevede, nessun emiliano poi. L’Emilia non era neppure sulle mappe sismiche. Ho dovuto richiamarla io Vincenza per dirle che no, l’assicurazione non la copriva. Grazie, dice. Di nuovo resto in silenzio. Qualcuno ha scritto che il silenzio è il nome muto della tristezza. La mia o la sua? E’ lei ancora una volta, allora, a interromperlo senza ferirmi. Chiede della sospensione delle rate. Quella sì, le dico. Sembra già sollevata, almeno questo è quello che mi ha regalato Vincenza. O il mio lavoro.
via Social4Web – http://www.social4web.com/blogs – Blog View – Sul senso delle cose.